Il Tour d’Ortles è un giro durissimo e altamente spettacolare, organizzato sotto forma di randonnée (gara di durata in bici da corsa) dall’Athletic Club Merano. L’itinerario originario prevederebbe partenza e arrivo in quel di Merano, in Alto Adige:
- lunghezza 250 km
- dislivello 5.700 metri
- scalata di Stelvio, Gavia, Tonale e Palade.
Concludere il Tour d’Ortles rappresenta quindi una vera e propria impresa, adatta solo a pochi ciclisti dotati di grande resistenza fisica e mentale, oltre a un briciolo di sana follia. Qualche giorno fa, seppur con un percorso differente (e ben più tosto), alcuni biker della Val di Non hanno deciso di realizzare questa impresa e noi abbiamo avuto a tal proposito il piacere di intervistare Diego Tavonatti del Predaia Bike Team.
Diego è partito all’alba assieme ai compagni di avventura Nicola Gregori, Marco Pancheri, Andrea Clauser e Thomas Pedrotti e ha pedalato 11h36’18” su una distanza di 266,02 km per un totale di 6.015 metri di dislivello positivo.
Questi dati “monstre” rappresentano già qualcosa di incredibile di per sé, ma noi abbiamo voluto saperne un po’ di più e abbiamo chiesto quindi a Diego di raccontarci qualche ulteriore dettaglio. Buona lettura a tutti e, prima dell’intervista, ecco a voi il preciso itinerario del Tour d’Ortles percorso da Diego e compagni durante la giornata di domenica 21 giugno 2020.
Tour d’Ortles in bici, l’itinerario
In questo breve paragrafo vi proponiamo l’itinerario percorso da Diego Tavonatti. Vi segnaliamo che ognuno è partito dalla propria abitazione e quindi i primi e gli ultimi km sono stati affrontati su tragitti diversi da ogni partecipante.
- Tavon (Comune di Predaia)
- Cles
- Ciclabile della Val di Sole dal ponte di Mostizzolo
- Deviazione verso il Tonale
- Salita del passo del Tonale
- Discesa verso Ponte di Legno
- Salita del passo Gavia
- Discesa del Gavia fino a Bormio
- Salita del passo dello Stelvio
- Discesa Stelvio fino a Prato allo Stelvio
- Prato allo Stelvio – Merano – Lana
- Salita del passo delle Palade (Gampenpass)
- Discesa Palade fino a Fondo e poi a Dermulo
- Salita Dermulo – Coredo
- Arrivo a Tavon
I nostri ciclisti hanno dunque attraversato Val di Non e Val di Sole come “riscaldamento” prima di affrontare le rampe del passo del Tonale. Da lì hanno poi superato Gavia e Stelvio prima di raggiungere il passo delle Palade (Gampenpass) nei pressi di Merano. Infine, dalla vetta di questa ultima montagna, si sono diretti verso l’abitato di Sanzeno (nel cui comune si trova il bellissimo Santuario di San Romedio) e lì si sono salutati.
Proprio a Sanzeno, sede del Museo Retico, Diego ha ricevuto una gradita sorpresa, ma … sarà proprio lui a raccontarcela nelle prossime righe!
Tour d’Ortles: intervista a Diego Tavonatti
Ciao Diego, da dove è nata l’idea di fare questo giro?
L’idea è nata principalmente da Marco Pancheri, il quale da un paio di anni mi chiedeva di andare a fare insieme il giro del Gavia andata e ritorno. A quel punto abbiamo coinvolto anche Andrea Clauser, che ci ha proposto di allungare il giro chiudendo l’anello del Tour d’Ortles con Stelvio e Palade. Inizialmente gli ho risposto che non avrei pensato minimamente a fare una cosa del genere ma poi, dopo averne parlato pure a Thomas Pedrotti e Nicola Gregori, abbiamo deciso di provarci e alla prima domenica buona siamo partiti. Alla fine Marco, a causa di un impegno, si è fermato al Gavia e poi è tornato indietro e quindi abbiamo concluso il tour in quattro. Complimenti comunque a tutti quanti, è stata davvero una esperienza incredibile!
Che cosa ti è rimasto più impresso di questo giro?
Conoscevo già le salite di Tonale e Palade e dunque lì sapevo che cosa aspettarmi. Sono le due ascese più dolci, nonostante le Palade siano piuttosto lunghe. Gavia e Stelvio sono invece qualcosa di incredibile! Il Gavia mi è piaciuto sicuramente di più per i suoi paesaggi, mentre lo Stelvio mi ha impressionato per la lunghezza e per i suoi tornanti da percorrere. Dopo un giro del genere, ancor di più del percorso, la cosa che resta più in mente è comunque la compagnia e la nostra era veramente una compagnia bella e affiatata.
Che cosa mi puoi dire invece delle discese di Gavia e Stelvio?
Sulla discesa del Gavia abbiamo trovato più freddo, ma ciò era dovuto sicuramente all’orario. Lo Stelvio invece non è solo durissimo in salita, ma anche in discesa. Per la prima volta in vita mia, ho provato infatti dolore a mani, braccia, dita e spalle. È una discesa infinita ed estremamente tecnica.
Adesso tornerai alla tua amata mountain bike o hai in mente di fare qualche altro bel giro in bici da strada?
Adesso torno certamente alla mtb. In ogni caso noi, per quanto ben allenati, siamo dei semplici amatori e non dei professionisti e quindi dovremmo lasciar trascorrere qualche settimana prima di poter tornare a fare un giro del genere. Inoltre dovrei chiedere il permesso familiare 😉
Avete trovato qualche difficoltà durante il giro, tipo problemi legati al traffico?
Su Tonale e Gavia no. Lo Stelvio sembrava invece una pista da MotoGP. C’era veramente tanto traffico, in particolare di motociclisti. Per carità, la maggior parte andava in modo tranquillo, ma alcuni sgasavano sui tornanti e non è stato troppo piacevole. In ogni caso, sono anch’io un grande appassionato di moto e dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine. Comunque, in generale, non abbiamo dovuto affrontare particolari problemi.
Alla fine hai avuto una bella sorpresa. Tua moglie Daniela è venuta in bici a Sanzeno e da lì avete percorso gli ultimi km insieme. Che emozione è stata?
È stato molto bello. Nel momento in cui abbiamo cominciato l’ultima salita da Dermulo, ho capito però di non averne proprio più. All’inizio Daniela mi ha staccato e quindi le ho detto di aspettarmi un attimo. Sai, dopo tante ore in bici e dopo la lunga discesa dalle Palade, ero effettivamente cotto. Comunque, in qualche modo, sono riuscito ad arrivare a casa.
Che consigli dai a chi volesse affrontare il Tour d’Ortles?
Per affrontare un simile giro, ci vuole certamente una buona preparazione. Poi è fondamentale l’organizzazione, in particolare per quanto riguarda il cibo perché se sbagli le tempistiche nel mangiare una barretta o un panino, allora ti viene il “buco in pancia” ed è dura riprendersi. Bisogna mangiare il giusto e fare qualche bella pausa e noi ci siamo riusciti. Oltre a quella di mezzogiorno, abbiamo infatti sostato sul Gavia e poi una ventina di minuti a Lana, subito prima di iniziare la salita verso la cima del passo delle Palade.
Essendo partiti verso le 5 del mattino, che cosa mi puoi dire riguardo la tua colazione?
Ho fatto colazione verso le 4/4.20 ma, nonostante il giro fosse molto lungo, non ho voluto esagerare con la quantità di cibo. Dalla mia esperienza, è infatti fondamentale continuare a nutrirsi con regolarità lungo il percorso, tipo ogni 40-50 minuti. La colazione è quindi un momento importante, però sconsiglio vivamente di abbuffarsi poiché l’effetto potrebbe essere controproducente.
Grazie mille Diego e ancora complimenti!
Grazie a voi e alla prossima!
Ringraziando ancora Diego Tavonatti per la sua disponibilità, facciamo i complimenti a questi ragazzi per la loro impresa. Non vediamo l’ora di raccontare qualche altro vostro tour, magari la prossima volta in mountain bike!
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